Sono oltre 140mila i bar, i ristoranti, le pizzerie e gli agriturismi chiusi nelle cinque nuove regioni arancioni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento alla nuova Ordinanza del ministero della Salute in vigore dal 10 al 15 gennaio con la quale passano in area arancione le Regioni Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto.
“In altre parole – sottolinea la Coldiretti – vengono richiusi quasi 4 locali della ristorazione su dieci presenti nell’intera Penisola con la Lombardia che si classifica come la regione con maggior numero di attività presenti con circa 51mila locali.” “Nelle regioni interessate dal provvedimento – precisa la Coldiretti – sono sospese tutte le attività di ristorazione al tavolo e, quindi, anche la somministrazione diretta di pasti e bevande da parte degli agriturismi. Nelle zone critiche – continua la Coldiretti – è consentita la sola consegna a domicilio, nonché l’asporto che tuttavia non sono sufficienti a dare sostenibilità e spesso a giustificare le aperture.”
Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione, continua la Coldiretti, “si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato”.
“Le limitazioni alle attività di impresa – conclude la Coldiretti – devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione”.