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Con il cambiamento del clima, boom di mango e banane made in Italy

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Da mango a banane per affrontare le temperature bollenti causate dai cambiamenti climatici le coltivazioni di frutta tropicale in Italia sono raddoppiate in meno di tre anni con un boom di oltre mille ettari fra Puglia, Sicilia e Calabria. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione degli Stati Generali dei florovivaisti italiani sul futuro verde delle città a Giarre (Catania) con la presentazione delle produzioni di tropicali italiane e la preparazione in diretta della prima macedonia di frutti esotici Made in Italy in riferimento agli impegni sul clima della Cop 26 a Glasgow, alla presenza del presidente della Coldiretti Ettore Prandini e del Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli.

L’iniziativa è stata organizzata in Sicilia dove più evidenti sono gli effetti della tropicalizzazione del clima che sta rivoluzionando l’agricoltura con il moltiplicarsi di eventi estremi e danni ma anche con l’arrivo di nuove colture, mai viste nel passato in Italia. Sempre più spesso nelle regioni del Sud – sottolinea la Coldiretti – prima si sperimentano e poi si avviano vere e proprie piantagioni di frutta originaria dell’Asia e dell’America Latina dalle banane ai mango, dall’avocado al lime, dal frutto della passione all’anona, dalla feijoa al casimiroa, dallo zapote nero fino al litchi, per un consumo totale stimato in oltre 900mila tonnellate a livello nazionale.

Quello delle piante tropicali Made in Italy – sottolinea la Coldiretti – è un fenomeno destinato a modificare in maniera profonda i comportamenti di consumo nei prossimi anni, ma anche le scelte produttive delle stesse aziende agricole per gli effetti del surriscaldamento determinati dalle mutazioni del clima. Il 2021 in Italia – spiega Coldiretti – è stato fino ad ora il dodicesimo anno più caldo della Storia da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800 con una temperatura superiore di 0,69 gradi rispetto alla media storica nei primi 10 mesi secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr. E non è un fatto isolato ma strutturale in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine – precisa la Coldiretti – anche il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003.

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