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“Passaporto Turandot”, guida del Museo del tessuto di Prato sulla scia di Chini, Puccini e Turandot in Toscana

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PRATO – In occasione della Mostra Turandot e l’Oriente Fantastico di Puccini, Chini e Caramba (Prato, Museo del Tessuto fino al 21 novembre 2021), il Museo del Tessuto ha realizzato la piccola guida tascabile Passaporto Turandot che propone itinerari turistico-culturali alla scoperta di Chini, Puccini e Turandot  in Toscana.

Tra arte e musica gli itinerari comprendono
Museo di Antropologia e Etnologia, Firenze: oltre alla splendida esposizione permanente, in occasione della mostra a Prato, il Museo ha riallestito una sala del Palazzo Nonfinito con un’accurata e inedita selezione di oggetti provenienti dalla Collezione Chini. 
Chini Museo, Borgo San Lorenzo: presenta i capolavori ceramici, e non solo, creati dal poliedrico artista. 
MO.C.A. – Montecatini Terme Contemporary Art: esempio tangibile dell’operato di Galileo Chini qui presente con le splendide vetrate e con la decorazione delle volte e dei velari del Municipio.
Puccini Museum Casa Natale, Lucca: la casa Natale del compositore quest’estate organizza a tema con aperitivo. tra le quali il 23 Luglio   Turandot: la Principessa immaginata dal Maestro – Quello che videro e sentirono gli spettatori della prima di Turandot al Teatro alla Scala il 25 aprile del 1926 era davvero quello che aveva desiderato Giacomo Puccini? Quella che apparve in scena era la Principessa immaginata dal Maestro?
Villa Museo Giacomo Puccini, Torre del Lago:  la dimora conserva ancora il suo aspetto originale così come la lasciò il Maestro nel 1926.

Alla Guida si aggiungono le collaborazioni che la Fondazione Museo del Tessuto ha stretto con:
Fondazione Festival Pucciniano, giunto alla 67° edizione. Per i possessori del biglietto della mostra è stata accordata una speciale riduzione del 10% in II, III e IV settore, mentre gli spettatori del Festival potranno visitare la mostra Turandot  a biglietto ridotto.
Comune di Montecatini – per la creazione di itinerari turistici più ampi sempre sulle tracce di Galileo Chini che coinvolgono il complesso termale Tettuccio e Tamerici e il Grand Hotel & La Pace.

Il Passaporto Turandot può essere richiesto in tutte le sedi che partecipano all’iniziativa e, presentato all’ingresso, darà diritto ad alcune agevolazioni. 
Per ulteriori informazioni www.museodeltessuto.it/passaporto-turandot/&nbsp

LA MOSTRA

Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba (Museo del Tessuto, Prato dal 22 maggio al 21 novembre) è il frutto di un lungo e accurato lavoro di ricerca compiuto dal Museo sullo straordinario ritrovamento di un nucleo di costumi e gioielli di scena risalenti alla prima assoluta della Turandot di Puccini e provenienti dal guardaroba privato del grande soprano pratese Iva Pacetti.

Un’esposizione inedita, suggestiva, multidisciplinare e di ampio respiro, che nasce grazie alla collaborazione di enti e istituzioni pubblici e privati italiani di grande prestigio che a vario titolo hanno contribuito a questo ambizioso progetto: ricostruire le vicende che hanno portato il grande compositore toscano Giacomo Puccini a scegliere Galileo Chini per la realizzazione delle scenografie per la Turandot, andata in scena per la prima volta al Teatro alla Scala il 25 aprile 1926, diretta da Arturo Toscanini.

Tutto ha avuto inizio nei primi mesi del 2018, quando al Museo venne proposto di acquisire un misterioso baule contenente materiale eterogeneo proveniente dal guardaroba del soprano pratese Iva Pacetti. Gli studi condotti dalla conservatrice del Museo, Daniela Degl’Innocenti, hanno permesso di riconoscere in due costumi e in due gioielli di scena quelli disegnati e realizzati dal costumista del Teatro alla Scala Luigi Sapelli (in arte Caramba) per la prima assoluta dell’opera e indossati da Rosa Raisa, il primo soprano della storia a interpretare il ruolo della ‘Principessa di gelo’.

Partendo dallo straordinario ritrovamento, la mostra ripercorre la genesi complessiva dell’opera e il sodalizio artistico tra il grande compositore Giacomo Puccini e l’artista e amico Galileo Chini, voluto fortemente dal Maestro per la realizzazione delle scenografie.
Puccini volle affidare l’atmosfera orientale di Turandot – ambientata all’interno del palazzo della Principessa cinese – ad un artista che l’Oriente l’avesse vissuto veramente e trovò in Galileo Chini, che aveva vissuto e lavorato in Siam (attuale Thailandia) per ben tre anni (1911-1913) per lavorare alla decorazione del Palazzo del Trono del Re Rama VI, l’interprete più adatto a costruire l’immagine scenica dell’opera.
Dal suo soggiorno orientale Chini tornò profondamente affascinato e con un bagaglio di centinaia di manufatti artistici di stile e produzione cinese, giapponese, siamese che influenzarono la sua produzione artistica anche dopo la permanenza in Siam e, all’interno di essa, successivamente, la genesi figurativa delle scenografie per l’opera Turandot.

Co-organizzatore della mostra è il Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino nel cui Museo di Antropologia e Etnologia è conservata una collezione di oltre 600 cimeli orientali, riportati da Galileo Chini – grande interprete del Liberty italiano – al rientro dal suo viaggio in Siam nel 1913 e da lui personalmente donati nel 1950 al Museo fiorentino.

A questi si aggiunga anche il contributo degli enti prestatori: l’Archivio Storico Ricordi, il Museo Teatrale alla Scala e l’Archivio Storico Documentale Teatro alla Scala, le Gallerie degli Uffizi – Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, la Fondazione Giacomo Puccini di Lucca, la sartoria Devalle di Torino, l’Archivio Corbella di Milano, la Società Belle Arti di Viareggio e numerosi prestatori privati.

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